Da giovane sconosciuto con il nome di Mario Girotti a icona della televisione e del cinema: lo riconosci?
Ci sono fotografie che sembrano apparire a un’altra epoca, ma che contengono già tutto il futuro di chi vi è ritratto. In una di queste, un ragazzo dallo sguardo serio e dai lineamenti delicati guarda l’obiettivo con una timidezza disarmante. Nessuno direbbe, a prima vista, che dietro quel volto si nasconde uno dei volti più amati della televisione italiana: Terence Hill. Allora si chiamava ancora Mario Girotti e non poteva immaginare che la sua carriera lo avrebbe portato a diventare un simbolo della cultura popolare del Novecento.
Nato a Venezia nel 1939, cresciuto tra l’Italia e la Germania, Hill ha vissuto un’infanzia segnata dalla guerra e da continui spostamenti. La madre tedesca e il padre italiano gli trasmisero il gusto per la curiosità e la disciplina, due elementi che, negli anni, si sarebbero rivelati decisivi nella costruzione della sua figura di attore. Da adolescente ha iniziato a frequentare i set cinematografici quasi per caso, ottenendo piccoli ruoli in film d’autore e produzioni minori. Nessuno, all’epoca, avrebbe potuto prevedere l’ascesa che lo attendeva.
Dal giovane Mario Girotti alla leggenda di Terence Hill
Il punto di svolta arrivò negli anni Sessanta. Il giovane attore, non ancora trentenne, faticava a trovare una sua collocazione nel cinema italiano.
Con il nuovo nome è arrivato anche un nuovo destino. Nel 1967 incontrò Carlo Pedersoli, meglio conosciuto come Bud Spencer. Insieme formarono una coppia cinematografica irripetibile. Film come Lo chiamavano Trinità o Altrimenti ci arrabbiamo segnarono un’epoca, mescolando ironia, azione e un’umanità autentica che conquistò generazioni di spettatori. Dietro le risse coreografiche ei sorrisi scanzonati, Hill mostrava una sensibilità che andava oltre la commedia, rendendolo un interprete completo e riconoscibile.
Negli anni Ottanta e Novanta, l’attore si reinventò ancora una volta. Dopo decine di pellicole di successo, deciso di portare il suo talento in televisione. Il ruolo di Don Matteo, il prete-detective dal cuore grande, ha segnato una nuova fase della sua carriera. La serie, trasmessa per oltre vent’anni, divenne un fenomeno culturale, capace di unire diverse generazioni davanti allo schermo.

Oggi Terence Hill, che ha superato gli ottant’anni, vive tra l’Italia e gli Stati Uniti, alternando momenti di lavoro a una vita riservata. Nonostante la fama, ha sempre mantenuto un profilo sobrio, lontano dalle modalità e dalle dichiarazioni plateali. Chi lo ha conosciuto parla di un uomo cortese, riflessivo, con un senso del dovere raro nel mondo dello spettacolo.
La sua carriera, lunga più di sessant’anni, è un esempio di coerenza e di capacità di rinnovarsi senza perdere l’autenticità. Da Mario Girotti a Terence Hill, la metamorfosi non è stata solo anagrafica, ma anche simbolica: la storia di un attore che ha saputo attraversare generi e decenni, restando sempre fedele a se stesso.
Guardando quella foto in bianco e nero, il tempo sembra sospendersi. Lo sguardo è lo stesso: limpido, gentile, fermo. Un ragazzo che non sapeva ancora di diventare un mito. Un attore che, oggi, continua a rappresentare un pezzo della memoria collettiva italiana.

