Se pensi che la laurea ti metta automaticamente al riparo da figuracce nei test logici o matematici, forse è il momento di rivedere le tue certezze.
Nell’era dei quiz virali e delle sfide lampo che mettono sotto pressione anche le menti più allenate, c’è un test che sta facendo il giro del web e che, sorprendentemente, riesce a mettere in crisi la stragrande maggioranza degli utenti.
Non parliamo di un rompicapo da enigmisti professionisti, ma di una semplice espressione matematica che, a quanto pare, riesce a mettere in difficoltà nove laureati su dieci. Sembra impossibile ma i numeri parlano chiaro. Questo tipo di esercizi, semplici solo in apparenza, sfrutta proprio l’eccessiva sicurezza di chi, magari a proprio agio per una preparazione accademica, sottovaluta l’importanza di leggere con attenzione e applicare le regole nel giusto ordine.
Non serve un dottorato per risolvere il problema, ma serve metodo, concentrazione e una buona dose di sangue freddo. E questo test è diventato una vera e propria sfida con se stessi: sei davvero attento o solo presuntuoso?
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Il punto non è dimostrare quanto sei intelligente, ma quanto sei pronto per metterti alla prova. I quiz virali non misurano il tuo valore come persona, né la tua intelligenza “totale” – concetto, tra l’altro, ormai considerato troppo generico dagli esperti – ma mettono sotto la lente d’ingrandimento abilità ben precise: il ragionamento logico, l’attenzione ai dettagli, la capacità di gestire la pressione in pochi secondi. E qui casca l’asino, anzi il laureato.
Uno degli esempi più citati è questa espressione aritmetica: 7 + 7 : 7 + 7 × 7 – 7 = ?. Sembra molto semplice, ma solo in apparenza. Il vero ostacolo non è la difficoltà dei numeri, ma il modo in cui li si affronta. Molti saltano i passaggi, si fidano dell’istinto o dell’occhio, ma solo chi rispetta l’ordine corretto delle operazioni riesce ad arrivare al risultato giusto: 50. Eppure, una valanga di risposte errate continua a inondare i commenti online.
Ma perché è così difficile? Perché viviamo in una società abituata alla velocità, dove si tende a reagire prima ancora di riflettere. E questo test, proprio per la sua semplicità ingannevole, diventa un modo perfetto per smascherare le nostre abitudini mentali più pigre.
C’è un lato positivo, però. Questo genere di esercizi può diventare un ottimo strumento di allenamento. Sfidare la mente con piccoli problemi quotidiani, anche solo per gioco, aiuta a sviluppare concentrazione e precisione. Non serve essere geni matematici: serve esercizio, curiosità e soprattutto voglia di migliorarsi. In fondo, il fallimento al primo tentativo non è una sconfitta, ma un invito a fare meglio.